
Il mezzo di diffusione
dei fumetti è la stampa, attraverso periodici specializzati, albi, riviste,
quotidiani – spesso con sezioni apposite – e libri. La struttura narrativa di
un fumetto varia dalla semplice “striscia” dei quotidiani alle più complesse
“tavole” sviluppate su un’intera pagina di albi o giornali. Il termine comics
rimanda alle origini umoristiche del fumetto, che però ormai tratta una gamma
vastissima di argomenti, come la letteratura e il cinema. Mezzo di
comunicazione globale, il fumetto non si limita a riflettere, codificandoli, gli stili di vita ma contribuisce a formarli,
ispirando artisti, registi, manie, modi di dire e mode, e influenzando il modo
di pensare e la fantasia dei lettori grazie all’inconfondibile e coinvolgente
stile narrativo.
Il fumetto in Italia
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I fumetti furono introdotti in
Italia il 27 dicembre del 1908, con l’uscita del “Corriere dei Piccoli”,
supplemento del “Corriere della Sera”
destinato ai bambini e contenente characters statunitensi. Ben presto
esso sarebbe stato però palestra anche per autori italiani notevoli, come
Antonio Rubino, e per la nascita di personaggi poi famosi, come il Signor Bonaventura di Sto (Sergio Tofano) o il Sor Pampurio di
Bisi. Grande sviluppo ebbe poi la produzione avventurosa a partire dagli anni
Trenta, con settimanali che raggiunsero sorprendenti traguardi di centinaia di
migliaia di copie, come “L’Avventuroso” della Nerbini.
Per
approfondimenti sul fumetto: http://digilander.libero.it/romanzi/newsletters.htm
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