domenica 29 aprile 2012

Nella Letteratura

Nella poesia:
Nella letteratura vi sono molti esempi di onomatopeicità che in qualche modo possono dar forma ad una sorta di messaggio acustico che viene svelato con una attenta lettura.
Nella poesia:
Questa lirica è speciale soprattutto se ne esaminiamo i singoli versi; i quali possiedono al loro interno una speciale musicalità, data non solo dall'architettura lirica ma anche dalle continue consonanti presenti nei verbi. L'armonia del tutto fa percepire al lettore , all'ascoltatore,il vero cader della pioggia in un bosco ricco di " ...ginestre fulgenti| di fiori accolti|su i ginepri folti.. ". La sensazione che l'autore vuole farci provare è quella dell'immedesimarci con la stessa pioggia, quasi tuffarci in essa ; e assaporare il profumo di muschio che costituisce quasi il letto del bosco: "...Odi? La pioggia cade|su la solitaria| verdura| con un crepitio che dura |e varia nell'aria secondo le fronde...". Attraverso la puntuale articolazione  delle singole parole si perviene ad una musicalità intrinseca che riesce a dare la sensazione della pioggia cadente.

Nella prosa:
Analizzando tutta l'architettura della Sacra Scrittura, possiamo trovare nei vari Libri una ricchissima numerologia: un numero base significativo è il numero "7" con i suoi multipli. Questo numero, nella mentalità semitica, indica: pienezza, completezza, armonia e ordine! Se analizziamo l'ultimo Libro della Bibbia ed ultimo del Nuovo Testamento, l'Apocalisse, vi troviamo una numerologia sconfinata. Ad esempio quando l'autore, Giovanni, elenca il numero dei salvati, ben 144 mila, che per altro è un multiplo di 7. In Genesi 1 e 2 (primo libro della Bibbia) il numero 7 è continuamente citato sopratutto riferito al momento creativo di Dio, dove la creazione è compiuta in 6 giorni, mentre il settimo è dedicato al riposo.
Un altro numero che appare nella Bibbia è il numero 3 con tutti i sui multipli. Se analizziamo il Nuovo Testamento, soprattutto i Vangeli Canonici, risulta chiara la numerologia del 3; ad esempio 3 è il numero delle Divine Persone, 12 sono gli Apostoli, 30 sono i denari d'argento consegnati a Giuda Escariota per il tradimento del Maestro, 12 furono le ceste dei pani avanzati durante la moltiplicazione dei pani, 12 sono le tribù di Israele, 12 è l'anno in cui Gesù è smarrito e ritrovato nel tempio.
Tuttavia il 3 con i suoi multipli appare anche nella già citata Apocalisse di Giovanni quando si parla del numero identificativo della "Bestia" (il Diavolo) ossia Lucifero; poichè il Diavolo è "divisione" (dal greco: dia-ballo) e crea divisione.

giovedì 19 aprile 2012

Arte

 Un messaggio segreto nelle volte della Cappella Sistina
Un messaggio segreto nelle volte della Cappella Sistina, una sorta di codice nascosto per secoli agli occhi di Papi, cardinali, storici, critici dell'arte e a migliaglia di turisti. E' quello di cui ipotizzano l'esistenza due professori della Hons Hopkins University, Ian Suk e Ragael Tamargo. I due esperti di neuroanatomia hanno guardato in alto, all'affresco della separazione della Luce dal Buio, e in un dettaglio della figura di Dio hanno intravisto la traccia misteriosa. Secondo i due scienziati , all'altezza della gola e del collo del Creatore ci sarebbero, nel disegno di Michelangelo, alcune irregolarità anatomiche. Mentre tutti gli altri personaggi ricevono la luce da sinistra verso destra e dal basso , il collo è illuminato di fronte e leggermente da destra. Escludendo la possibilità di un errore del maestro, si scorge piuttosto un messaggio segreto, criptico. In quel particolare deformato il Michelangelo avrebbe rappresentato la forma di un cervello umano.I due esperti non interpretano l'iconografia, e con cautela ipotizzano che il messaggio in codice faccia riferimento al rapporto conflittuale dell'artista toscano con la chiesa cattolica. Con la rappresentazione del cervello Michelangelo aveva voluto suggerire che Dio stava infondendo nel primo uomo non solo la vita ma anche la suprema intelligenza:
 <...facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza...>.
(cfr. Gn. 2 e ss.)










La Pietà


Nella Pietà di Michelangelo agli occhi dei più, non appare assolutamente la firma con cui l'artista, con perfezione tecnica e sbalorditiva, ha scritto, sulla fascia che attraversa il petto della Vergine, in caratteri lapidari romani compenetranti "Michael Angelus Bonarotus Florent Faciebat".

E' l'unica opera firmata di Michelangelo, forse perché rappresenta la prima creazione assolutamente personale, non legata all'imitazione o contraffazione dell'antico